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Corsa e Business, che metafora!!

Corsa e Business, che metafora!!
#Business

Facendo Team Building Outdoor è normale che io e il mio staff ci alleniamo in ambiente, delle volte da soli e delle volte insieme. Una delle mie attività preferite è il Trail Running, ovvero la corsa su sentieri in montagna o in collina, con salite e discese a varie altitudini. Questo è il racconto dell’esperienza da cui è scaturita la riflessione tra Corsa e Business.

Domenica 15 Settembre sono a 2000 mt. per un evento (il cliente sarebbe arrivato tra le 09.00 e le 10.00), mi alzo verso le 06.15, fuori c’è una leggera nebbia (in verità sono nuvole basse), ci sono circa 10 gradi, non fa freddo ma è molto umido, preparo lo zainetto da trail (antiacqua, acqua, guanti, 2 buff) maglietta maniche corte, pantaloni a mezza gamba con calze alte e verso le 07.00 scendo. Un bicchiere d’acqua, uno spicchio di mela e sono pronto. Imposto il garmin e avviso il gestore sul mio tragitto con rientro tra circa 1h e 30 minuti. Conosco il percorso e mi prefisso l’obbiettivo, non è particolarmente difficile ma in quota so benissimo che si tira il fiato e voglio aggiungere velocità.

Mentalmente però non sono tranquillo, non so il perchè e mi chiedo da dove arriva questa specie di ansia. Il tempo di sicuro non mi rallegra, ma è in questi momenti che devi partire ed allenarti per essere poi pronto ad affrontare altre situazioni.

Il 1 km è di riscaldamento tra salita e discesa, ma le gambe sono legni e non ho il sorriso sulla faccia, c’è tantissima umidità e fa più freddo di quanto messo in previsione, quanto sono negativo penso… Il mio fisico è allenato, non faccio gare perchè non è il mio scopo, e solitamente resto sempre tra i 10/15 km, mi piace salire più che fare distanze lunghe.

Basta, smettila di cercare scuse e goditi il viaggio… il mio mantra quando sono stanco e affaticato è “goditi il viaggio”. Corro, la montagna è sempre bella, anche quando può sembrare brutta, sembra una bella donna che si sta svegliando, è stropicciata, forse un pò nervosa e non ti dà il buongiorno, ma alla fine appena abbozza un sorriso tu ti senti in paradiso.

Arrivo al primo check point mentale, ma so di non essere in forma, tutto il mio corpo mi dice che oggi non funziono, abbasso lo sguardo e accelero, cerco di uscire da questa situazione mentale. Ho fame, stranamente ho molta fame, beh ho la mie barrette di emergenza, NO, le ho lasciate in stanza. Bravo…

La situazione peggiora, questa sensazione non mi vuole lasciare, continuo e arrivo al secondo check point, ho ancora circa 3 km al mio arrivo, non sono tanti ma si sviluppano su un tratto che potrebbe essere definito abbastanza insidioso, da un lato la montagna e dall’altro un bel pendio ripido su di un sentierino che sale e si abbassa continuamente, inciampare o cadere qui potrebbe risultare antipatico. Alzo la soglia di attenzione e ad un certo punto, mi assale una sensazione di paura…

Inizio a fare tutti quei pensieri che in questi casi non si dovrebbero fare, sei da solo in montagna a 2000 mt, su un sentiero antipatico, non funzioni ne di testa ne di gambe, hai questa sensazione che non ti abbandona, cosa vuoi fare?

Dentro di me combatto, ma alla fine mi fermo e il mio corpo per un attimo cede. Non sono arrivato all’obbiettivo, ci sono vicino ma non ci sono arrivato. Nelle migliori sceneggiature, il protagonista trova la forza interiore e finisce quello che ha iniziato, io penso invece che non ci sono ruote o mezzi per tornare indietro e devo affidarmi solo alle mie gambe.

Torno indietro imprecando, dentro di me è un urlo continuo, ho mollato, ho avuto paura e ho fallito. Poi incontro una persona e mi tranquillizzo, mi fermo e faccio due chiacchiere, parlo come se non fosse accaduto niente. Incredibile la mentre umana…

Rientro, sempre correndo ma in maniera diversa e rifletto

Non so da dove prende corpo e penso a quanti punti in comune ha questa vicenda con il business.

Mi sono dato un obbiettivo, era raggiungibile? avevo tutti gli strumenti per raggiungerlo? Ho tralasciato qualcosa? Ero pronto ad affrontare le difficoltà? Avevo un team su cui fare affidamento? Ho fallito? Cosa posso fare per recuperare o riprovare? Come devo pianificare? Cosa devo migliorare? Ho imparato qualcosa?

Mi sono divertito pensando a tutte le dinamiche e sono arrivato alle seguenti conclusioni:

L’obbiettivo era raggiungibile, anche se fin dall’inizio c’erano diverse difficoltà, il mio errore principale è stato tralasciare alcuni dettagli, in questo caso le barrette che sicuramente mi avrebbero dato quell’energia di cui avevo bisogno. Ero pronto ad affrontare le difficoltà, non ero pronto forse ad affrontarle totalmente da solo, anche se sono abituato a correre sui sentieri in solitaria, in quel momento un compagno di avventura mi avrebbe sicuramente aiutato. Non sento di aver fallito, ho solo pesato e capito. Il fallimento è quando non metti in conto di riprovare e ti arrendi totalmente, io sto già pianificando il prossimo tentativo alzando ulteriormente l’asticella. Ora so esattamente di cosa ho bisogno e come affrontarlo, devo sicuramente migliorare l’approccio iniziale, sono partito troppo forte e ha influito sulla distanza. Ho imparato a non sottovalutare la mia forza mentale, è una lezione che spesso però acquisisco ed è anche il motivo per cui tento di migliorarmi in continuazione. Uso dei trucchi per bypassare i pensieri negativi e delle volte penso anche alle biografie che leggo, di uomini che hanno fatto e vissuto imprese veramente al limite, altro che fare una corsa in montagna. Non mi confronto con loro, ma ne traggo ispirazione e scavo per capire se ho un briciolo di quella forza.

Analizzare, prima durante e dopo, è questa la vera chiave di tutto. Dallo sport al business bisogna capire e imparare dai propri errori. Riprovare, arrivarci un pò alla volta e non pretendere di avere tutto e subito. Non scoraggiarsi e se succede trovare le motivazioni per riprovarci. Parlarne, non chiudersi a riccio, il confronto è la cosa migliore, delle volte di una discussione intensa si ricorda solo un passaggio, che però diventa fondamentale per capire.

Amare ciò che si fa anche quando lo odi, uscire con il sorriso ma con la dovuta rabbia positiva da una sconfitta e sopratutto mai e poi mai arrendersi agli agenti esterni.

Io la vedo così e ringrazio tutte quelle sensazioni che provo durante le esperienze outdoor che faccio, che ogni volta mi insegnano qualcosa e che amo trasmettere durante i nostri team building.

Il business è una montagna, io posso scegliere se scalarla, raggiungerla a piedi o correndo, delle volte ti respinge e delle volte ti accoglie. Bisogna accettarlo senza perdere di vista l’obbiettivo, modificando l’approccio o il percorso, cercando di capire come e dove possiamo migliorare come uomini e sognatori.

Mauro Vezzoli